Coinvolgere gli allievi nella scelta
Imparare a scegliere è una delle lezioni più difficili da apprendere e, nonostante il proliferante consumismo che sembra porci continuamente davanti a scelte – le Nike o le Globe, Chicken McNuggets, Fish Fillet o un Double Cheeseburger? –, è assi difficile educarci alla scelta consapevole. Personalmente ho attraversato periodi della mia vita, anche recentemente e nonostante tutto il lavoro su me stessa fatto in questi anni, in cui non sapevo neanche dire a me stessa che cosa desideravo davvero, non sapevo neppure di desiderare. Per questo cerco di coinvolgere il più possibile i ragazzi nelle scelte che li riguardano.
Quest’anno ho chiesto loro consiglio nella scelta dei libri di testo sia per loro, sia per le future classi. In teoria ciò è previsto da anni: con i decreti delegati i rappresentanti dei genitori e degli studenti sono invitati a esprimere un parere sui testi che l’insegnante adotterà l’anno seguente, ma poiché sono tenuti a partecipare a una scelta che non li coinvolgerà, in quanto i genitori e gli studenti di seconda si esprimono sui libri che saranno adottati nella futura seconda, e così via; e poiché ovviamente si fidano degli insegnanti che scelgono gli strumenti che meglio consentiranno loro di svolgere le lezioni, il tutto in genere si riduce a una presentazione delle future adozioni da parte degli insegnanti e a una presa d’atto da parte dei rappresentanti. Ma quest’anno, appunto, ho chiesto ai ragazzi di collaborare con me alla scelta.
Fra i molti libri proposti dalle case editrici ho selezionato coppie di due testi che ritenevo grosso modo equivalenti, per il corso di lingua, per la civiltà, per la grammatica d’appoggio… e ho chiesto agli allievi, divisi in piccoli gruppi di lavoro, che ogni gruppo si esprimesse sia sui testi che li avrebbero riguardati, sia su quelli che avrebbero eventualmente sostituito i testi da loro in uso, dandone le motivazioni. La scelta dei ragazzi è caduta sui testi che io stessa avrei selezionato e in molti casi per le stesse motivazioni, per questo mi sono chiesta quanto l’inconscio dell’insegnante (come quello del genitore e di tutte le figure di riferimento) influisca sui ragazzi e come educarsi a non gravarli con le nostre aspettative o desideri. Naturalmente può anche essere segno di consonanza di idee, ma nel dubbio per i compiti delle vacanze, in attesa di esplorare meglio questo aspetto appena emerso, darò loro la scelta fra due libri che non generano in me alcuna preferenza: sarà questa una garanzia di maggiore libertà?
È sempre impegnativo, e a volte è anche stancante, il lavoro del ricercatore di autenticità. Per fortuna lo strumento è benedetto dall’Energia che lo attraversa.